Locus desperatus by Michele Mari

Locus desperatus by Michele Mari

autore:Michele Mari [Mari, Michele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2024-03-22T12:00:00+00:00


Cosí, piú mi dibattevo, meno sapevo. Forse la croce significava proprio questo, l’essere crocefisso e non sapere perché, come un insetto infilzato da uno spillo. O come Joseph K., la cui storia, per incominciare a recuperare qualche tassello, stavo leggendo con indicibile angoscia e divertimento.

I miei libri stavano sempre dietro la rete metallica: insetti, non ne vedevo, ma in ogni caso il rapporto fra spazio vitale e librerie non mi permetteva di spargere veleni: avrei trasformato la mia abitazione in una camera a gas.

Volle il caso, tuttavia, che l’appartamento sotto al mio venisse messo in affitto, quasi ad adempiere una mia antica fantasia. Contattai subito il proprietario, e accordandoci per un affitto quadriennale rinnovabile gli chiesi di poter aprire una botola nel mio pavimento, quindi nel suo soffitto, per collocarvi a spese mie una scaletta a chiocciola, che una volta scaduto l’affitto avrei rimosso ripristinando in tutto e per tutto lo status quo originario: s’intende sempre a spese mie. Siglammo l’accordo con una scrittura privata, e due giorni dopo, senza richiedere alcun permesso né avvertire l’amministratore, affidavo i lavori a una società che non avrebbe rilasciato fattura.

L’idea era quella di trasferire al piano di sotto la maggior parte dei libri insieme a una certa quantità di oggetti, quindi di occultare la botola sotto un pesante tappeto per servirmene comodamente al primo richiamo di nostalgia. Cosí fu fatto, e settimane poi trascorsero mentre andavo su e giú per la scaletta come una zelante formica. I libri venivano incolonnati per terra, e man mano che le colonne salivano gli scaffali al piano di sopra si svuotavano: atroce sorpresa per chi si fosse insignorito del mio appartamento convinto di annettersi la mia eredità.

A questo punto, fra città e campagna la mia biblioteca era divisa in tre, scissione ben grama ma, al momento, dovuta. Me tapino che non prevedevo quanto, già doppio di mio, quella nuova sistemazione mi avrebbe ulteriormente frazionato.



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